Nuove edizioni
Vecchie edizioni

Billy Wilder

A cura di Roberto De Gaetano

BULZONI EDITORE

BIBLIOTECA TEATRALE

2006, pagine 156

Il cinema di Billy Wilder è una sorta di territorio franco, di universo interstiziale, di zona protetta e recintata in cui si giocano liberamente i miti della società americana, sia pure ridotti al gioco ben giocato (A qualcuno piace caldo, Non per soldi... ma per denaro), o alla dimensione sublimata dello sport in cui si manifestano alla luce del giorno e di fronte al pubblico le strategie competitive (L'asso nella manica, Prima pagina). Proprio qui - sulla scena o sul quadrato - si compiono i riti simbolici dei ruoli e delle divisioni sociali (Sabrina, L'appartamento) e si percorrono i tracciati stabiliti o si tentano le loro inversioni (La fiamma del peccato, Scandalo internazionale, Stalag 17, Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?). Per questo, il cinema di Wilder è il luogo del rovesciamento della conformità alla legge sociale e alle sue finzioni sublimate; spazio antimitologico per eccellenza, dal momento che esibisce sullo schermo le crisi e le metamorfosi delle identità sociali raffreddate nel play, snaturate e date in pasto alle meccaniche del gioco rivelato (Viale del tramonto, Irma la dolce, Vita privata di Sherlock Holmes).



Scena evento scrittura

a cura di Fabrizio Deriu

BULZONI EDITORE

BIBLIOTECA TEATRALE

2005, pagine 272

Questo volume raccoglie una ampia selezione di saggi dedicati da Maurizio Grande a problemi diversi di teoria del teatro, elaborati in un periodo che copre gli ultimi tre lustri circa della sua attività di studioso. Della vastissima produzione saggistica sul teatro (mai interrotta neppure con il passaggio all'insegnamento di materie cinematografiche), si sono qui inclusi non i saggi critici dedicati ad autori e/o opere (neppure quelli, numerosi e importanti, su Carmelo Bene, destinati a una pubblicazione autonoma), quanto piuttosto quegli scritti che rispondono all'esigenza di produrre una riflessione più marcatamente teorica intorno a questioni di fondo relative alla possibilità stessa di definire l'istituzione-teatro e la sua destinazione/collocazione nella società delle comunicazioni di massa. Un brano del saggio che chiude il volume, inedito fino a ora, può fornire la giusta chiave di lettura di una ricerca intellettuale caratterizzata da una tensione analitica esemplare e rigorosa, rivolta a una pluralità di tematiche e di prospettive di indagine che le sezioni in cui gli scritti sono stati raggruppati provano ad articolare ("La parola, la soggettività", "La scrittura di scena", "Pensare il teatro", "L'attore", "Artaud, oltre il teatro", "Destino del teatro"): "Il teatro è il campo della produzione simbolica che ha più sofferto della invasione dello spettacolo in ogni ganglio della vita individuale e collettiva, tanto che è stato costretto a ripiegarsi su se stesso e sulla propria differenza per recuperare una necessità artistica che gli restituisca ciò che gli è dovuto: il primato nella elaborazione dei linguaggi irriducibili alla piattezza insolente, acritica e "pellicolare" della vischiosità televisiva e informatica" .



Il cinema in profondità di campo

A cura di Roberto De Gaetano

BULZONI EDITORE

PENSARE LO SPETTACOLO

2003, pagine 440

«Fare una teoria del cinema è qualcosa di diverso dal produrre una “riflessione” sul cinema; è creare i concetti che rispondano ai problemi posti dal cinema. È approntare una teoria della materia, delle percezioni, dell’azione, degli affetti in un universo ricostituito dal cinema e in una serie di mondi “fabbricati” dai film. Non è illegittimo, in questa prospettiva, pensare il Potëmkin, Giovanna D’Arco, Lulu. L’Uomo-Bestia da Preda, lo Spirito del Land. il Criminale Metafisico. il Gran Khan Kane. Umberto D., lo Spettatore Visionario, la Dispersa, Accattone, come figure estetiche del cinema create rispettivamente da Ejzenštejn, Dreyer. Pabst, Stroheim. Ford. Hitchcock, Orson Welles, De Sica. Fellini, Antonioni, Pasolini». Queste parole, tratte dal saggio conclusivo del volume, incluso in una sezione dedicata a Deleuze, definiscono l’approdo del percorso di Maurizio Grande teorico del cinema. Un percorso per molti versi esemplare e originale, iniziato negli anni Settanta con la semiotica e poi sviluppatosi attraverso campi problematici, aree tematiche e prospettive teoriche diverse che articolano le grandi sezioni del libro: “Immagine, immaginario, simbolo”, “Racconto, narrazione, scrittura”, “Il cinema e le altre arti”, “Il discorso critico”, “Ejzenštejn, composizione e montaggio”: prospettive intrecciate agli incontri con i grandi teorici: oltre a Ejzenštejn e Deleuze, Arnheim, Morin, Pasolini. Il cinema in profondità di campo non è soltanto il resoconto straordinario del percorso teorico sul cinema di uno dei più autorevoli studiosi italiani di spettacolo, ma è anche una mappa esemplare del pensiero del cinema in Italia a partire dagli anni Settanta. Una mappa e un percorso ricostruiti da Roberto De Gaetano nell’ampio saggio introduttivo.



La commedia all'italiana

BULZONI EDITORE

A cura di Orio Caldiron

PENSARE LO SPETTACOLO

2002, pagine 280

«Questo libro cerca di mantenere in vita lo sprito della commedia, l'anima generosa, travolgente, gaglioffa e grandiosa del comico, la felicità sorgiva e la competenza profonda che il cinema italiano ha ritagliato negli anni della ricostruzione e negli anni del boom. La commedia all'italiana è l'Iliade di questo Paese sfilacciato, provvisorio, canagliesco, immodificabile, irricattabile e inarrendevole. Un paese che il cinema comico ha saputo amare, conoscere ritrarre ed esaltare nella galleria multiforme di maschere e tipi irriducibili alla ragionevolezza del progresso. Una società di soggetti inabili, di caricature del potere, di vanagloria impotente, di viltà e cialtronaggine, di grandi spasimi e minuscole indistruttibili inadempienze. La commedia all'italiana ha fatto di tutto ciò un grande poema d'amore e di rabbia una requisitoria feroce e tenera. Ha mostrato agli italiani lo spettacolo del malessere e di una modernità insufficiente ad ingannare fino in fondo la smania di grandezza di soggetti a tenuta debole. Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi, Nino Manfredi, Alberto Sordi sono gli eroi della disfatta umana e sociale di un Paese che comincia a guardarsi in un cinema impietosamente superbo della sua forza. Dino Risi, Mario Monicelli, Pietro Germi, Luciano Emmer, Luigi Comencini, Renato Castellani, Vittorio De Sica, Ettore Scola, Alessandro Blasetti, Antonio Pietrangeli, Nanni Loy, Steno sono i maestri dello sguardo appassionato, tenero, vorace, irriguardoso, spietato, affascinato, sbalordito, esaltato, gettato sulla società italiana attraverso la grande macchina del cinema e il respiro inesauribile della comicità».



Una trilogia facile

Empedocle tiranno, Shylock e Faust, lettera ad Antonin Artaud

BULZONI EDITORE

BIBLIOTECA TEATRALE

1997, pagine 160

Franco Cordelli, Pour en finir avec le jugement de la poésie

Maria Teresa Imseng, Una breve introduzione
Empedocle Tiranno – La locandina
Alessandro Berdini, Un frammento di spettacolo
Maurizio Grande, Lettera del 2 Gennaio 1994
Maurizio Grande, Lettera del 16 Marzo 1994
Maurizio Grande, Materiali di lavoro – Dal soggetto al copione
Maurizio Grande, Empedocle Tiranno, Spettacolo in un prologo e due tempi
Shylock e Faust – La locandina
Alessandro Berdini e Maurizio Grande, Teatro di ragionamento
Alessandro Berdini, Per un teatro d’ascolto
Maurizio Grande, Nota per gli attori
Maurizio Grande, Shylock e Faust – Ovvero: la borsa, lo specchio, il coltello
Lettera ad Antonin Artaud – La locandina
Maurizio Grande, Una introduzione
Luigi Rigoni e Alessandro Berdini, Artaud cortocircuitato
Maurizio Grande, Lettera ad Antonin Artaud
Appendici
Luigi Rigoni, L’attore tiranno nel teatro di Alessandro Berdini e Maurizio Grande
Alberto di Stasio, Destino e casualità
Alessandro Berdini, Ai margini della regia



Jean Vigo

Il castoro cinema, 2005

Jean Vigo (1905 - 1934), una vita immersa nell'alone della leggenda: Il cinema era nato ieri, ma lui si rifiutava di giocarci «come quel papà che bamboleggia col suo bimbo per farsi capire meglio». Ha raccontato l'infanzia e l'amore tra rivolta e avanguardia. Solo 4 film, una morte prematura e due cult movie:

Zéro in conduit (1933)

L'Atalante (1934)

Il volume è la ristampa del libro precedentemente pubblicato per lo stesso editore, nella medesima collana